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Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
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Anno 4° N° 22 Dicembre 1997 Pag. 9 Autore: Simonetta Figuccia


MATERNITA' REGALE



La maternità regale è quella in cui non si rinnega nè si trascura mai il figlio coscienziale, il progetto della propria vita.

Una recente visione di un programma televisivo riguardante la causa delle poche nascite e delle conseguenti responsabilità, ha indotto alcune riflessioni: ci si preoccupa perchè l'Italia è uno dei paesi in cui nascono sempre meno figli, e questo fenomeno viene collegato a problemi sociali e politici, alla paura di affrontare le difficoltà che questo momento storico prepara, col rischio di trovarsi i figli a carico fino ai trent'anni passati... Prospettiva terrificante, che porterebbe meno gravidanze concrete, egoismo crescente delle giovani coppie, caduta del senso della famiglia, e dei conseguenti valori ad esso legati. Ho sentito dolore per quest'analisi del problema, per cui si è accusati di egoismo se non si procrea e si arriva a ricorrere ad espedienti per avere figli, quando la carenza di nascite segnala proprio la necessità di riflettere su quanto accade all'interno del sistema uomo. Tante volte abbiamo sottolineato come la famiglia edipica, che sancisce la separazione e la dipendenza a vita, sia salutarmente in crisi. La sacra triade familiare, madre, padre, figlio, continua ad essere un mattone fondamentale nella nostra mente, perchè allude a quell'integrità psichica cui tanto aneliamo, al dialogo continuo, vivo e reale, tra due poli compresenti in chi si riconosca uomo, tra due aspetti dell'essere fino ad oggi separati, il maschile e il femminile, che oggi possono finalmente riconoscersi in dialogo d'amore grazie alla coscienza emergente, il terzo riflessivo, che da questo dialogo amoroso scaturisce. Il figlio è la coscienza che emerge in ogni uomo che non si accontenti di ripetere copioni già preconfezionati e che cerchi di farsi intero. Il figlio reale diventa troppo spesso l'evento che anzichè differenziare, alimentare soggettività e reale responsabilità, la nullifica. I genitori, anzichè differenziarsi come soggetti, si uniscono nell'opera comune, il figlio, che dal primo momento viene negato come un soggetto da loro distinto e separato. Egli è l'atto creativo dei due! Il segno visibile del loro amore! Segno del loro passaggio in terra, scrigno della memoria della loro vita.... dovrà essere loro riconoscente a vita...... sarà tutto ciò che loro non sono stati...... è il ricettacolo di tutte queste aspettative.... fiore all'occhiello da mostrare! Il figlio è sempre potenzialmente occasione di rinascita interiore e di crescita, ma è necessario che questa nascita di una coscienza sia percepita viva, reale e trasformativa quanto un bambino in carne ed ossa. Rigenerarci e curare la nostra anima, pone buone basi per una maternità vissuta in maniera regale. Solo nascendo a noi stessi e scoprendo la dimensione universale che da sempre alberga in noi, possiamo accogliere i figli con meno aspettative egoiche, con la consapevolezza che non ci appartengono così come non possiamo appropriarci dei pensieri e dell'esito globale della nostra vita. Solo accogliendoci per ciò che siamo ma riconoscendoci capaci di autogoverno, possiamo riconoscerci una funzione "regalmente" educativa. Il re ama e governa il popolo, agisce in funzione di un bene universale, non calcola il proprio piccolo ed egoico interesse. La figura del re concentra in sè quella di padre e saggio ma questa immagine può invertirsi in quella di tiranno, di monarca che accentra tutto il potere su di sè. A mio avviso è necessario recuperare un modo regale di essere nel rapporto, svelando tutti i giochi di potere, e avvedersi che non si educa solo il proprio figlio, in un'idea privatistica e frammentaria estremizzata. E' necessario che le madri possano dire "sono una madre" anzichè "è il mio bambino": in questa frase c'è tutto un mondo e il futuro del bambino. Sapere di essere matrice e contemporaneamente "maestro", è riconoscere la potenza del generare, non solo come evento biologico ma spirituale. La maternità regale è quella in cui non si rinnega nè si trascura il figlio coscienziale, il progetto della propria vita, la cura del mondo interiore e in virtù di questo amore primario e infinito, che non è mai privato, è possibile alleggerire il figlio da tutti i pesi del dover essere. Non dovrà essere garante dell'eternità dei genitori, nè dovrà loro nulla. Lo sappiamo da tempo ma i sogni continuano a svelarlo: >La sognatrice partorisce una boccetta di smalto in cui è contenuto il feto ma sa di abortire.< >La sognatrice nel momento del parto sogna di fare l'amore col Cristo.< Aborto e rinascita spirituale sono i due modi di vivere la maternità che, come ripetizione e creazione di nuova oggettualità, sembra impedita. Nel primo sogno il figlio viene reso un oggetto, un giocattolo estetico, un belletto per unghie. Nel secondo sogno la donna, il femminile che ha dovuto rimuovere il suo lato coscienziale nella riproduzione della materia, si unisce col Cristo. Il Cristo, simbolo universale di unione di materia e spirito, divino e umano, parla dell'affermazione di una coscienza unitaria nella donna. L'affermarsi della coscienza cristica porta nell'uomo il riconoscimento della donna come soggetto umano a lui simile, con cui partorire figli simbolici oltre che reali. L'uomo fino ad oggi, non riconoscendo nella donna l'altro sistema di conoscenza con cui unirsi sul piano della coscienza ha continuato a unirsi a lei solo a livello di sistema cellulare, riproducendo con lei figli reali. Il nuovo passo lungo l'evoluzione è la cristificazione del sistema uomo femminile che consiste nel riconoscere vigente, anche nella donna, la possibilità di accedere alla dimensione spirituale. Sembra necessaria una crisi di natalità, se questo momento prelude al necessario recupero di un figlio interiore. Ed è proprio la donna che si consapevolizza, che oggi pone limiti, si interroga, non vuole immolarsi ai figli, ha bisogno di recuperarsi. A partire da queste riflessioni lavoreremo nel prossimo gruppo d'incontro "Maternità Regale" dedicato alle donne in stato di gravidanza. Insieme alle cure rivolte al corpo ed alla preparazione al parto, pensiamo sia tempo di prestare attenzione coscienziale alla presenza del bambino, che è già testimone attento di ciò che siamo. Vogliamo dialogare col "soggetto bambino", certe che le basi di un rapporto amoroso si pongano già in questa fase di percezione della presenza in noi ancora invisibile. Pensiamo che questo dialogo faciliterà la percezione del soggetto pensante che il bambino è, e sarà occasione per svelare i giochi di potere e di proiezione sul figlio. Ogni madre potrà dialogare col figlio, ma sarà già dialogo corale, per ricordare che il figlio che sta per nascere si rapporta col tutto. Porremo attenzione ai messaggi onirici e godremo di momenti di gioia e gioco, per recuperare, in una sana unione di opposti, regalità e spregiudicatezza, gioia e responsabilità come lati ormai in dialogo armonioso.


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